Bruti Sprochi e Cativi

I Prepotenti
Bruti Sporchi e Cativi
(2008)

Tracklist
01. I miei incubi peggiori
02. Sfigà
03. Bisiac geloso
04. Prepo
05. Voi saver chi che son
06. El peccator
07. Lusinda
08. Vien so del paion
09. Al fio dell’ Isons
10. Amici miei

Registrato da Paolo Pribetich presso dobiaLab (Staranzano)

Le canzoni

I MIEI INCUBI PEGGIORI
Mutuando leggermente le frase pronunciata dal soldato Johnny Rambo prima di far saltare in aria mezza foresta (“ma chi sei?” “sono il tuo incubo peggiore!”), la canzone è una dichiarazione d’intenti, desiderio di vendetta del loser nei confronti di una società –e ancora prima una natura- crudele e selettiva nei confronti dei brutti, i quali invano cercano conforto nella figura del medico di famiglia, solitamente un alcolizzato menefreghista.
Musicalmente poggia su un travolgente giro di basso del Dolo –che potrebbe ricordare la classica “Loose” degli Stooges- su cu si innesta un ritornello penetrante e ossessivo basato sulla ripetizione dell’ultima frase di ogni verso. “Bela! Via del me let!”

SFIGA’
Definito da molti come uno dei capolavori dell’opera marongiana, esacerba la già tremenda routine dell’operaio, il quale, superata una certa soglia di stress non può far a meno di cercarsi de guai ai confini della realtà nel tentativo di uscire dalla propria alienazione. Abuso di farmaci, relazioni sessuali a rischio, un burrascoso rapporto coi colleghi di lavoro lo rendono vicinissimo alle tragicomiche vicende del ragionier Ugo Fantozzi. Il verso è un giro diabolico e sinuoso alla Tony Iommi, mentre il ritornello ci ricorda certi passaggi classici dei primi Metallica.

BISIAC GELOSO
Dicono degli italiani che siano gente molto gelosa e qui il luogo comune viene preso a tesi: bramare a tal punto la ragazza dell’amico dal legittimarne il possesso a tutti i costi, fino a minacciarlo di omicidio (“alle 8 de mattina..un buso tal cranio..te copo!”). Per capire se ciò sia possibile, vi basti leggere alcune cronache nere del nostro tempo.
Ritmica violenta e contratta, cantato aggressivo e psicotico. Il gruppo è un carro armato che avanza verso l’obiettivo.

PREPO
Ballata strappalacrime che canta le gesta dell’eroe picaresco Marco Sandrin -in arte “Prepo”-, concentrato come Marongiu in una ribellione edipica al padre che lo vede dissipare una già modesta busta paga alla ricerca di esperienze, talvolta deludenti, talvolta esaltanti, con le professioniste del sesso. Non solo il sesso in quanto tale quindi, ma soprattutto l’educazione sentimentale che ne deriva, degna del giovane Torless del romanzo dei primi del ‘900 di Robert Musil.
Musicalmente è la “Knocking on heavens door” dei Prepotenti, soffice, calda, un po’ nostalgica; ricca sul piano di idee ed arrangiamenti.

VOI SAVER CHI CHE SON
Cronologicamente, prima canzonetta scritta dal duo Palin-Marongiu, forse un po’ ingenua ma già ‘prepotente’ negli intenti. È la crisi d’identità del pessimo studente Marongiu, che soggiornando in una pensioncina di Roma la notte prima degli esami, non sa far altro che schizzarsi dello sperma in faccia contemplando sconsolato un piccolo quadro della “vergine” Maria. Animale!

EL PECCATOR
Il pezzo più composito dei Prepotenti, sia concettualmente che a livello esecutivo. Sulla falsariga di altre riflessioni marongiane a proposito della religione, ironizza sull’imprinting di chi é cresciuto sotto l’influsso del cattolicesimo, condannato a dividersi per tutta l’esistenza fra un incontrollabile desiderio di peccare, il momento del peccato e il senso di colpa, tutti momenti ugualmente miserrimi.
Musicalmente ‘el peccator’ alterna un giro di boogie-woogie alla John Lee Hooker ad uno di musica i rlandese (entrambi molto distorti), per poi trasformarsi in un ben più cupo tour de force chitarristico con chiari riferimenti a Metallica e Black Sabbath.

LUSINDA
Una delle poche canzoni almeno un po’ “adulte” nella produzione del Marongiu, fa uso della classica dinamica ‘maschio virtuoso invita ragazza avvenente a scegliere sé stesso al posto di un altro zotico dall’uccello più grosso’, ma lo fa col cuore in mano. Marongiu è sempre stato fallimentare nelle relazioni con l’altro sesso e in fondo non vi é m
otivo valido perché si debba fingere grande seduttore. Crescendo di emozioni che porta ad un ritornello dai toni rassegnati (“e son come un vietnamita..al ‘so ultimo giorno de vita”), dove la chitarra è semplicemente magica.

VIEN ‘SO DEL PAION (MARIO)
Incompleta, replica lo schema del “Colonnello”, ma musicalmente lo fa con una maggiore sensibilità pop, pur sempre aggirandosi nei territori dell’hard rock. Parla del misantropo Mario, più interessato all’erotismo di Edwige Fenech e alla penetrazione dei tacchini, che non ai seni cascanti della moglie.
Curiosità: Per creare un degno epilogo alla vicenda, Marongiu vi aveva aggiunto un parlato che raccontava di una moglie infuriata che appicca un incendio mentre Mario lecca le palle ad un altro uomo (John Steinbeck, il sole della California e il Marlon Brando diretto da Elia Kazan come riferimenti obbligati), ma i Prepotenti si sono opposti all’idea di un ‘assolo vocale’ troppo lungo escludendo questo pirotecnico finale. Davvero un peccato!

AL FIO DELL’ISONS
Nata inizialmente come “al fio del Signor”, curioso esempio di canto religioso in dialetto bisiacco, per motivi commerciali diviene in breve “al fio dell’Isons”, cambiando un po’ rotta ed appropriando si dell’immaginario collettivo turriachese della pasquetta, che assieme al ferragosto costituiscono rari momenti di escursioni per grandi e piccini lungo l’argine dell’Isonzo. Piccolo grande successo che –senza troppa responsabilità-si prende gioco del mito del selvaggio che riesce a vivere a contatto con la natura, per giunta rispettandola. Bel giro d’accordi della ‘Palinka’ che infonderebbero allegria anche ad un ergastolano. Batteria dritta e potente come in tutto il disco. Basso che svolge il suo onesto lavoro senza orpelli inappropriati.

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